L’era acustica (1800-1900)

Alla fine del diciannovesimo secolo, gli AA avevano la forma di trombette, imbuti o corni. I suoni venivano convogliati all’orecchio del paziente attraverso un lungo tubo. Il desiderio di celare la sordità ha reso necessaria la progettazione d’ausili con forme particolari già ai tempi del cornetto acustico. Così questi strumenti si trasformarono presto in dispositivi che potevano essere indossati nascondendoli ad esempio in un ventaglio o sotto la barba.

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Uno tra i più famosi impieghi di questi sistemi fu il “il trono acustico” costruito appositamente per il re Giovanni VI del Portogallo. Le cavità poste sui braccioli conducevano il suono ad una cassa di risonanza posta sotto il sedile. Questo curioso sistema permise al re di udire stando comodamente seduto.

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L’era elettrica (1900-1930)
All’inizio del ventesimo secolo gli AA si sono evoluti in dispositivi elettrici. I primi modelli utilizzavano la tecnologia del telefono introdotta da Meucci. Si trattava di una cuffia collegata ad un microfono a carbone alimentato da una batteria. Le dimensioni ovviamente erano piuttosto grandi e la qualità del suono mediocre. Esso era di scarsa efficacia soprattutto se la voce palata proveniva da una distanza superiore a mezzo metro.

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L’era elettronica delle valvole (1930-1950)
Negli anni 30 l’invenzione delle valvole favorì un importante sviluppo tecnologico degli AA. Le piccole variazioni di tensione prodotte dal microfono permettevano di pilotare il flusso elettronico generato dalla valvola. Collegando in serie più valvole, il segnale era amplificato fino a 70dB. Le dimensioni degli AA a valvole erano molto grandi e per funzionare occorrevano due batterie. Nonostante le dimensioni potevano essere indossati dal paziente.

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L’era elettronica dei transistor (1950-1970)
Durante gli anni 50 le valvole furono sostituite dai transistor. Il principio di funzionamento del transistor è il medesimo ma la dimensione ed il consumo di corrente sono notevolmente ridotti. Il transistor permise una miniaturizzazione delle dimensioni degli AA tanto da essere contenuti in una scatola facilmente trasportabile. Nacquero così i primi AA a scatola in cui il microfono, l’amplificatore e le batterie erano posti all’interno dello stesso involucro. Un cavetto elettrico trasmetteva il segnale amplificato al ricevitore collegato all’auricolare su misura.

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Durante i primi anni 60, fu introdotto il primo modello di AA retroauricolare (BTE).

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Negli stessi anni nacquero anche gli occhiali acustici in cui il circuito elettronico era inserito all’interno dell’asta.

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L’era elettronica degli integrati (1970-1980)
Gli anni 70 vedono l’avvento dei primi circuiti integrati. Un circuito integrato detto anche chip o microprocessore è un semiconduttore capace di contenere milioni di transistor. Gli AA a circuiti integrati hanno permesso una maggiore miniaturizzazione e il potenziamento dell’elaborazione del segnale. Con la tecnologia ad integrati comparvero per la prima volta AA dotati di trimmer che permettevano all’audioprotesista di regolare l’amplificazione, l’uscita massima e il tono.

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Nei primi anni 80, si affermarono gli AA endoauricolari (ITE). In realtà essi furono introdotti nei primi anni 60, ma a causa delle loro grandi dimensioni non riscossero molto successo. Ad oggi gli endoauricolari sono gli apparecchi più venduti nel mondo, superando di molto i retroauricolari.

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L’era elettronica delle EPROM (1980-1990).

I primi AA analogici programmabili per via digitale comparvero sul mercato a metà degli anni ’80. Al contrario degli AA analogici convenzionali a trimmer, la regolazione dei vari parametri avveniva per via digitale vale a dire con l’ausilio di un computer esterno o di un apposito programmatore.

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Si svilupparono così anche nuove metodologie di fitting. II controllo digitale delle componenti analogiche offriva la possibilità di programmare l’AA adottando metodi di fitting basati sui calcoli matematici. Inoltre l’impiego di un nuovo cip denominato EPROM (Erasable Programmable Read Only Memory), ovvero memoria di sola lettura programmabile e cancellabile ha permesso la memorizzazione di vari programmi di ascolto la cui selezione avveniva tramite telecomando.

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L’era digitale dei DSP (1990-2012).
La programmazione digitale degli AA analogici ha permesso nuove possibilità di regolazione, tuttavia la mancanza di precisione, il rumore interno e l’eccessivo consumo di energia dovuto ai componenti analogici hanno costituito per molto tempo uno ostacolo allo sviluppo di AA più sofisticati. Per questi motivi la ricerca si è concentrata verso nuove soluzioni tecnologiche, che permettono di elaborare il segnale in modo completament

e digitale. Un AA digitale è un microcomputer capace di elaborare ed amplificare i segnali in ingresso. L’elaborazione completamente digitale del segnale consente finalmente un trattamento flessibile del suono, senza sottostare alle restrizioni imposte dalla tecnologia analogica. Il segnale analogico entra nel microfono e viene convertito in forma digitale, per essere poi elaborato e amplificato digitalmente dal microprocessore DSP Digital Signal Processing. Il suono può essere diviso in più bande di frequenza e canali di compressione ciascuno dei quali applica un livello specifico di amplificazione. Nella fase conclusiva di questo processo, il segnale viene nuovamente convertito in forma analogica e presentato al ricevitore. L’impiego del digitale garantisce maggiore flessibilità e ampio campo applicativo, può cioè essere impiegato per trattare molteplici tipologie di perdita uditiva. Ciò è possibile grazie ai metodi di adattamento implementati e sviluppati sulla base di principi audiologici universalmente riconosciuti.

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